A tavola più frutta e verdura. E meno alimenti di origine animale. La «difesa» dall’ictus cerebrale sembra passare da qui, dalla riscoperta della dieta mediterranea. Questo è quanto si evince da uno studio pubblicato sull’European Heart Journal, condotto coinvolgendo quasi 420mila persone. La ricerca, spiegano gli stessi autori, è di tipo osservazionale. Suggerisce cioè un’associazione, senza confermare un nesso di causalità diretta. Ma vista l’ampiezza del campione composto per studiare le conseguenze delle scelte alimentari sul rischio cerebrovascolare, le conclusioni non sono da trascurare.
L’ictus può essere di due tipi. Il più frequente è detto ischemico – dal greco ischamia (riduzione) ed emia (sangue) – e si ha quando un grumo di sangue arriva a restringere o impedire l’arrivo del sangue nel cervello. Quello emorragico si verifica invece quando nel cervello si rompe un vaso sanguigno e si crea una fuoriuscita di sangue che danneggia il tessuto cerebrale. Sommando le due eventualità, si scopre che l’ictus rappresenta la seconda causa di morte nel mondo. Il peso maggiore in termini di decessi lo ha quello ischemico (85 per cento), rispetto all’ictus cerebrale (15 per cento).
Alcuni ricercatori inglesi hanno voluto verificare l’impatto delle scelte alimentari sul rischio di sviluppare la malattia cerebrovascolare. Nello studiare la dieta delle persone coinvolte, gli scienziati hanno rilevato i consumi di carne (rossa e bianca), pesce, latte, formaggi e latticini, uova, cereali, frutta e verdura, legumi, semi e nocciole. Osservando in maniera prospettica le abitudini alimentari dei partecipanti allo studio, gli autori hanno osservato che il consumo di una maggiore quantità di frutta, verdura (200 grammi al giorno), fibre (oltre 10 grammi al giorno), latte (200 grammi al giorno), yogurt (un vasetto al giorno da 100 grammi) e formaggio (30 grammi) risulterebbe collegato a un diminuito rischio di ischemia (di contro non appariva alcuna associazione con l’ictus emorragico). Effetto protettivo che svanirebbe invece al crescere del consumo delle uova. A mangiarne tante (20 grammi al giorno), ecco scattare l’associazione con una maggiore probabilità di essere colpiti da un ictus cerebrale (due casi in più ogni 3.000 persone).
L’insieme delle fibre (tratte da frutta, verdura, cereali, legumi noci e semi) che i volontari mangiavano è risultato associato alla più grande riduzione di eventi di origine ischemica. Ogni dieci grammi in più consumati quotidianamente, infatti, il rischio è risultato calare del 23 per cento (2 casi in meno su 1.000 persone). Secondo Tammy Tong, epidemiologo dell’Università di Oxford (Gran Bretagna) e primo autore della ricerca, «la scoperta più importante è che l’apporto di frutta e verdura risulta associato con minori rischi di ischemia. Il pubblico dovrebbe essere informato con un’azione pressante perché aumenti il consumo di fibre oltre che di frutta e verdura». Continua lo scienziato: «Il nostro studio mette in risalto anche la necessità di studiare i due tipi di ictus separatamente, visto che le associazioni con il cibo risultano diverse e questo andamento va di pari passo con altri fattori di rischio che influenzano diversamente i due sottotipi della malattia».